Il percorso inizia lungo una strada in terra battuta: dopo un tornante si vede l’inizio del sentiero, che sale lungo il soprastante pendio boscoso fin dall’inizio con pendenza notevole.
Il sentiero sale il ripido bosco
Si continua a salire a svolte continue fino a raggiungere una parete rocciosa, a circa 1791m, quando si svolta a sinistra e si prosegue verso nord. Si esce dagli alberi a circa 1900 metri, continuando su ripidi prati erbosi dove si vedono in alto delle baite: sono le baite di Ciampono inferiore (2012m) e superiore (2137m).
A 1900m si scorgono le baite di Ciampono Inferiore e Superiore
Proseguendo in direzione di queste, si tagliano due ruscelli…
A 1960m si guadano due ruscelli
…e, continuando a salire, si raggiungono le baite di Ciampono inferiore/Òndrò Tschampónó (2012m).
Le baite di Ciampono Inferiore, 2012m
Voltando verso est, si raggiungono in breve anche le baite di Ciampono superiore/Òbrò Tschampónó (2137m).
Le baite di Ciampono Superiore, 2137m
Il sentiero prosegue nel vallone, e si dirige verso una lontana muraglia rocciosa che si risale, voltando momentaneamente a sud, da sinistra verso destra , lungo una cengia molto marcata.
Il bastione roccioso che si contorna verso destra
Al termine della cenga si accede al vasto ripiano superiore, tornando a dirigersi decisamente verso est (non si cambierà più direzione fino all’arrivo al Passo).
Da questo punto incomincia l’insidioso ripiano superiore
Da questo momento in poi, dal bollo raffigurato nella foto qui sopra, le tracce di sentiero diventano labilissime: si trovano qua e là bolli segnavia ma sono talmente distanziati e talmente difficili da scovare tra le mille pietre (e, soprattutto, al mattino con il sole di fronte!) che bisogna per forza procedere ad intuito, o (meglio) affidandosi alla traccia GPS caricata su un navigatore.
A grandi linee, da qui in poi il percorso si divide in tre parti.
Parte 1: dal bastione al canalone
Sopra di noi si vede, in mezzo al canalone, una grande gobba: il sentiero oltrepassa questa gobba sulla destra.
Il sentiero sale a destra della gobba centrale
Dapprima i bolli ci portano a salire verso il centro del canalone. Quando si arrriva a lambire la coda di una pietraia che scende dall’alto, bisogna salire tenendola a sinistra senza mai infilarcisi dentro, stando al limite tra pietraia ed erba. Si risale un primo gradino roccioso, e si incontra una seconda pietraia, che si taglia tenendola sulla destra. Si vede nell’immagine qui sotto come il percorso lambisca sulla destra la prima pietraia, e sulla sinistra la seconda pietraia, fino ad arrivare sopra la gobba che si aggira da destra.
Parte 1: il vasto pendio
Parte 2: verso il primo nevaio
Parte 2: la salita verso il primo nevaio
Appena superata la seconda pietraia, si supera un gradino roccioso dal quale, a circa 2628m, appare finalmente l’ancora lontano passo di Rissuolo, alla fine del lungo canalone che si deve superare per raggiungerlo.
Questo è il punto in cui finalmente appare il passo
Si sale stando a destra del valloncello, seguendo i bolli gialli che conducono fino all’altezza del primo nevaio. Questo nevaio andrà superato salendoci sopra: tentare di contornarlo lascia forse i piedi all’asciutto ma è decisamente più faticoso e anche pericoloso, visto che i fianchi del canalone sono molto franosi. Meglio affrontarlo direttamente, la pendenza non è rilevante. E’ importante però scegliere con attenzione il punto sul quale salirci, ed evitare di farlo dove si vede (osservando con attenzione) che al di sotto del bordo del nevaio c’è il vuoto dovuto alla neve disciolta. Meglio proseguire ancora un po’ fino a raggiungere un punto in cui il nevaio poggia saldamente sul terreno.
Risalire il primo nevaio stando nel mezzo
Parte 3: il secondo nevaio e il colle
Parte 3: la salita verso il secondo nevaio seguendo la variante sinistra
Superato il primo nevaio, e tornati sulla roccia, bisogna decidere come superare la gobba rocciosa soprastante.
Dopo il nevaio, bisogna superare la gobba soprastante
Ci sono due alternative, per superare la gobba rocciosa ben evidente nella foto qui sopra: o si rimane in centro, e si seguono le tracce indicate dai bolli gialli del sentiero 8, oppure si segue la traccia GPX ufficiale del sentiero 8 che ci fa curiosamente spostare sulla sinistra, dove ad un certo punto si incontreranno i bolli rossi che segnalano l’entrata nel sentiero dell’Alta Via Tullio Guidoni che arrivano dal fianco sinistro della montagna. L’Alta Via Guidoni è da questo punto fino al Passo in comune con il sentiero 8. Io ho sempre seguito, salendo, i bolli rossi della traccia di sinistra (ovvero l’Alta Via), perché mi pare meno ripida. Al ritorno ho invece sempre seguito la traccia di destra (i bolli gialli), perché quando si scende sono molto visibili ed invogliano ad esser seguiti :-)
Il secondo nevaio (se presente) è ben più inclinato del primo: se è ghiacciato, sono obbligatori i ramponi. Lo si risale direttamente, in direzione del Passo che si trova a destra del pinnacolo centrale che si vede nella foto sottostante (proprio dove c’è la nuvola).
Il secondo nevaio, il passo è a destra di quel pinnacolo
Superato il nevaio, si incontrano di nuovo alcuni bolli indicatori sul ripido e molto franoso pendio finale. Nella foto sotto si vede di nuovo il pinnacolo ed il passo di Rissuolo, oramai a portata di mano.
Le tracce finali
E’ con la lingua a penzoloni e non poca soddisfazione che si arriva finalmente a toccare il Passo di Rissuolo (2930m).
Il passo di Rissuolo, guardando verso Gressoney
Guardando verso la Valsesia, si scorgono il Corno Bianco (3320m) e il Lago Nero.
Guardando verso la Valsesia, Corno Bianco (3320m) e Lago Nero
Proseguimento verso Punta Di Rissuolo (3104m)
Dal Passo, in circa mezz’ora è possibile raggiungere in direzione sud la soprastante Punta Di Rissuolo (3104m). Sono circa 70 metri di dislivello, da percorrere salendo lungo il largo pendio roccioso che si innalza a sud del passo.
Dal passo, la salita verso Punta di Rissuolo
All’inizio ci sono alcuni ometti in pietra, poi questi ometti spariscono e bisogna semplicemente cercare di andare verso l’alto. Non vi sono difficoltà tecniche particolari, non servono quindi capacità alpinistiche, ma bisogna esser capaci di salire e soprattutto scendere lungo un pendio roccioso in cui molto spesso si devono appoggiare le mani a terra. Bisogna ricordare che salire è molto più semplice che scendere, per cui non appena si supera un punto in cui la salita è particolarmente ostica, provare subito a vedere se si riesce a scednerlo. Se lo si fa a fatica, meglio fare dietro-front e tornare al passo senza rischiare oltre!
L’ometto di vetta di Punta di Rissuolo
Da Punta di Rissuolo, la vista sul vallone di Ciampono
Da Punta di Rissuolo, la vista verso il Lago Nero, il lago Bianco e il Corno Bianco (3320m)