Si parte proprio davanti allo “stadel” con un minuscolo cartello “Trino”, davanti al quale si trova la palina segnavia.
L’inizio del sentiero
Proprio accanto alla chiesetta bisogna girare a destra verso il bosco, che si risale per un brevissimo tratto fino a raggiungere una larga strada nel bosco…
La strada nel bosco che porta verso Axelbode
…che prosegue per altri 50 metri circa fino ad arrivare alla baita Axelbode (belle le incisioni lungo la staccionata).
La baita Axelbode
Da Axelbode parte il vero e proprio sentiero, in questo tratto di pendenza dolce e ben marcato. Si supera ad un tratto un curioso riparo, con una scritta “Rifugio Tovaric / 1976 – 1986”. Mi hanno spiegato che Tovaric era il cane di un signore che trascorreva le vacanze a Trino, e quella era la pietra sotto la quale il cane ed il suo amico umano si riparavano quando erano sorpresi dalla pioggia. Quando il cane morì, l’uomo decise di ricordarlo in questo simpatico modo.
Il memoriale Tovaric!
Dopo il rifugio Tovaric, c’è un unico punto in cui bisogna fare attenzione, perché il bollo segnavia ha una freccia verso destra sbiadita che potrebbe sfuggire.
In questo punto attenzione a non andare dritti: svoltare a destra
Dopo ancora qualche metro il sentiero arriva ad una apertura nel bosco posta in un punto panoramico dove si trovano le baite di Rong.
Ecco Rong: notare il cartello che mette in guardia da Kira…
Poco prima delle baite il sentiero sale verso destra: qui è poco evidente, bisogna infatti risalire in direzione di due pini solitari (sotto uno dei quali si trova un bollo di segnalazione)…
Il sentiero risale ripido e poco evidente verso quei pini sulla destra
…oltre i quali (superata una condotta dalla quale parte spesso un rumoroso getto d’acqua) si individua la prosecuzione del sentiero attraverso una scura apertura nel fitto bosco.
La porta nel bosco dove si infila il sentiero
Entrati nel bosco inizia un breve tratto spaccagambe: bisogna salire con sprezzo della fatica, seguendo il sentiero sempre molto evidente, che si inerpica a strette svolte.
La grande pendenza del sentiero nel bosco…
Si raggiunge un piccolo punto panoramico, un vero e proprio scoglio che si protende sulla valle…
Lungo il sentiero una finestra sulla bassa valle
…dopodiché si esce dagli alberi per la prima volta: a circa 1670 metri si supera una prima vasta pietraia, salendo in diagonale verso sinistra.
La prima grossa pietraia (1670m) che si incontra dopo il tratto nel bosco
Rientrando a tratti tra gli alberi, si superano altre tre pietraie. L’ultima pietraia è quella in cui si raggiunge finalmente il centro del vallone della Forca che, da qui in poi, si percorrerà fino al Colle di Frudière. Si scorge subito poco più in alto la baita di Furka, 1840m.
L’ultima pietraia, si vede la baita di Furka poco sopra
Raggiunta questa baita, si supera un’ondulazione del terreno e apparirà finalmente il Colle di Frudière (2271m), meta del sentiero, lassù in fondo al canalone (mancano ancora poco meno di 400 metri di altitudine da superare).
Sopra la baita di Furka, si scorge finalmente il Colle
Il resto del percorso presenta pochissime variazioni. Si devono superare 4 gradini in tutto, il primo in particolare (a crica 1980m) molto pietroso (ma il sentiero è marcato molto frequentemente, per cui si trova la traccia senza problemi).
Il primo gradone su pietraia, 1980m
Arrivati sotto l’ultimo pendio…
Il pendio finale prima del Colle
…si segue il sentiero che lo risale sulla destra con una manciata di svolte. Si dovranno superare due semplicissimi passaggi su una vasta pietra piatta: sono presenti dei gradini in ferro per agevolare l’attraversamento (delicato solo in presenza di ghiaccio).
Gli scalini metallici che agevolano il passaggio
Superato il pendio, si arriva finalmente al Colle di Frudière (2271m).
Il Colle di Frudière (2271m)
Vi si trova il grosso ometto che segna la fine del sentiero 1, il collegamento con il sentiero 1A (che arriva da Weismatten) e con il sentiero 9 della valle di Ayas, che porta al Lago di Frudière inferiore (2000m) e poi scende fino a Graines, in val d’Ayas.
Alle spalle dell’ometto si scorge il lago di Frudière superiore (2240m), le cui rive si raggiungono facilmente seguendo per un breve tratto in discesa il citato sentiero 9.
Il lago di Frudière superiore visto dal Colle di Frudière
Sulla sinistra del Lago Superiore dominano da poco lontano 3 cime: la prima è il Corno Maria (2754m), la seconda è il Mont Nery o Becca di Frudière (3075m), la terza è il Monte Soleron (2890m).
Da sinistra Corno Maria (2754m), Mont Nery (3075m), Monte Soleron (2890m)
Sulla destra, il Lago Superiore è appoggiato al fianco del monte Taf (2523m): si scorge su questo ripido versante il tragitto del sentiero 1A, che risale ad ampie svolte per raggiungere il colletto Taf, oltre il quale si passa sul versante opposto per dirigersi verso Weismatten.
Il fianco del monte Taf, dove sale il sentiero 1A per Weismatten
Appena arrivati alle spalle del Lago Superiore, spingendosi qualche metro più in là si vedrà in basso anche il lago di Frudière Inferiore (2000m), molto più ampio, e raggiungibile proseguendo lungo il sentiero 9 della Val D’Ayas.
Il lago inferiore visto dal lago superiore
Il ritorno non presenta difficoltà di sorta: l’unica, minuscola, la si incontra quando si ha appena superato Axelbode e si deve deviare dalla strada per riprendere il piccolo sentiero che porta a Zer Trino: se il percorso è in ombra, la deviazione sulla destra non è immediatamente visibile. Bisogna tenere d’occhio un bollo segnavia giallo, molto sbiadito, su una roccia che si trova proprio all’imbocco del sentierino. In ogni caso, si dovesse mancare la deviazione, poco male: si arriverà fino alla fine della strada, che sbocca circa cento metri a monte della partenza di Zer Trino.
In discesa, dopo Axelbode, prendere questa deviazione a destra (in ombra è poco visibile)