Dopo aver parcheggiato a Stafal, prendere la cabinovia che sale verso destra per il Lago Gabiet (qui per informazioni su orari e tariffe).

Al lago Gabiet, risalire per un brevissimo tratto la strada sterrata fino ad arrivare al rifugio Adler’s Nest (ex Rifugio del Lys): seguire le indicazioni per il sentiero 6A o 6B.

Il segnavia all’Adler’s Nest

Si risale per qualche decina di metri lungo un marcato sentiero fino ad arrivare al di sotto dell’Albergo Del Ponte, dove si prende a sinistra attraversando la pista da sci. Si prosegue lungo una larga strada sterrata fino ad arrivare ad un bel ponticello di pietra che oltrepassa il torrente Endrebach. 

Il ponte sul torrente Endrebach dall’alto del sentiero 6A/6B

Poco dopo il ponte, il sentiero 6A/6B che stiamo percorrendo viene raggiunto da sinistra dal sentiero 7B, che sale da Stafal. Da qui in poi il sentiero è in comune tra 6A, 6B e 7B. 

Il sentiero supera un piccolo rialzo roccioso, e raggiunge a 2511m una piccola diga.

La diga vista dall’alto del sentiero 7B, il sentiero vi arriva da destra

Alla diga, il sentiero si biforca: il 6B prosegue dritto verso la Orestes Hutte, noi lo abbandoniamo e proseguiamo sul 6A/7B a sinistra.

Dopo poche centinaia di metri c’è un altro bivio: il 7B si allontana a sinistra, verso il Lago Blu e Punta Telcio. Per il 6A bisogna proseguire dritti.

Il bivio tra il sentiero 6A ed il 7B

Si continua a salire, oltrepassando sulla destra la zona dove sorge il rifugio Orestes Hütte e la larga spianata, solcata dai mille rivoli che scendono dal ghiacciaio dell’Indren, al di sopra della quale svetta lo Stolemberg (3190m).

Vallone verso il ghiacciaio di Indren, in alto a destra lo Stolemberg

Il sentiero risale, passa lungo il fianco sinistro del pendio (nella foto sotto si intravede il tetto della Orestes Hütte a sinistra)…

Si risale di traverso lungo il fianco sinistro

… oltrepassa un piccolo altopiano acquitrinoso che spesso in estate ospita una vera moltitudine di eriofori…

Eriofori accanto all’acquitrino

…e arriva ad un ulteriore bivio con segnavia, a 2750m circa: a sinistra il 6B prosegue diritto verso il colle Salza (nella foto qui sotto, il colle è lassù dove si vede il cielo). Il 6A invece va a destra, verso il rifugio Mantova.

A questo bivio il sentiero 6B prosegue dritto in direzione colle Salza, il 6A prosegue a destra in direzione rifugio Mantova

Si prosegue svoltando verso nord-est, risalendo serpeggiando il pendio, fino a raggiungere a 2900m un ulteriore segnavia che segnala il punto nel quale si potrebbe deviare verso sinistra per raggiungere il Colle Salza. Il 6A prosegue invece a destra.

Bivio: Colle Salza a sinistra, 6A a destra

A 30224m, poco dopo una nuova svolta verso nord-ovest del sentiero, si trova una solitaria croce di ferro infitta nella roccia, con una scritta “JBA 1885“, in merito alla quale non sono ancora riuscito a trovare informazioni (se qualcuno ne sapesse qualcosa, mi contatti per favore!).

Croce di ferro, con la scritta JBA 1885

A 3077m si raggiunge un ulteriore segnavia: da qui, proseguendo verso sinistra, ci si ricongiungerebbe al 6B e all’Alta Luce (si può infatti salire all’Alta Luce e da lì proseguire in direzione del rifugio Mantova senza dover per forza tornare al Colle Salza). Si prosegue invece verso destra, sempre in direzione nord-ovest, per poi voltare verso nord dopo pochi metri.

Bivio tra connessione al sentiero 7B per Alta Luce e 6A per Mantova

E’ in questa zona che finalmente appare alla vista la nostra destinazione finale, se le nuvole lo consentono: nella foto sotto, il rifugio Mantova si scorge appena sul profilo della cresta, in centro leggermente a destra. Si vede già sulla sinistra il nevaio che tra poco supereremo, e il successivo, largo pendio di rocce piatte che si dovrà salire in direzione del rifugio.

Il Rifugio Mantova poco dopo il bivio 6A/7B

Si continua a salire in un paesaggio estremamente roccioso (anche se il sentiero resta confortevole), finché a circa 3110m si incontra una breve zona di massi disordinati, che bisogna attraversare (con attenzione) per tagliare da sinistra a destra un canalino (innevato anche in estate) e portarsi alla base del lungo e largo pendio di rocce piatte che resta unico ostacolo prima del Mantova.

Canalino innevato

Il pendio ha moltissimi bolli gialli segnavia dipinti sulle rocce, per cui è praticamente impossibile perdersi. Si sale abbastanza direttamente verso il rifugio: solo verso la fine potrebbe esser necessario appoggiare le mani nei passaggi più ripidi (nella foto qui sotto sembra ben più ripido di quel che è in realtà). Il sentiero vi arriva da sinistra, ed è notevole la sensazione che si prova arrivandovi perché fino ad un secondo prima ci si stava arrabattando tra ammassi di rocce scoscese, e un secondo dopo si piomba in questo terrazzo di legno levigato, totalmente orizzontale, a pochi secondi di distanza da una meritata Coca Zero al bancone! Siamo finalmente al rifugio Città Di Mantova, 3455m.

Gli ultimi metri prima dell’arrivo al rifugio Mantova

E’ chiaramente visibile la parte nuova del rifugio, in legno, aggiunta nel 2007, accanto alla parte vecchia in pietra, inaugurata nel 1984.

In questa immagine di Google Earth si vede il tratto finale del percorso, a partire dalla zona accanto al rifugio Orestes Hütte, con evidenziati alcuni punti notevoli.