Superato questo punto cruciale, il resto del sentiero è ben tracciato quasi fino alla fine. Terminato il bosco, il sentiero passa tra bassi cespugli di rododendri, ed arriva al guardo del primo torrente (senza nome) a circa 2044 metri. Questo guado avviene in una zona in cui la vegetazione è davvero foltissima, e bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi.
Il guado del primo torrente
Fare molta attenzione al grosso masso che si trova appena guadato il torrente, che si deve aggirare sulla destra: al ritorno, quando ci si troverà ad avvicinarsi al guado dall’altra parte, si tenderà a NON ricordarsi questo passaggio, ed a proseguire quindi dritti. Se si fa così, ci si trova in un punto in cui si è letteralmente sommersi dalla vegetazione, ed è impossibile proseguire.
Nella foto sottostante, scattata al ritorno, si scorge in alto a sinistra il masso a sinistra del quale bisogna passare, e verso destra l’apertura che sembra essere la continuazione del sentiero, ma che in realtà porta verso il nulla.
Il guado al ritorno
Superato il primo guado, si risale fino a guadare un secondo torrente (il torrente Abetzbach) a circa 2260m. Questo guado non presenta particolari difficoltà, se non per il fatto che talvolta (a seconda della portata del torrente) il passo da compiere per guadare senza mettere lo scarpone nell’acqua potrebbe essere piuttosto lungo…
Il guado del torrente Abetzbach
Il sentiero risale ancora e supera un primo cambio di pendenza a 2360m. Superato questo cambio di pendenza ci si troverà di fronte un enorme masso: il sentiero lo aggira sulla sinistra, dopodiché le tracce si fanno di nuovo incerte. Qui bisogna stare attenti, perché si sarebbe portati a continuare a salire: in realtà il sentiero prosegue sulla sinistra quasi in piano, se si guarda con attenzione si vedranno infatti poco lontano alcuni bolli gialli. Nella foto sottostante, la freccia indica la posizione del bollo da raggiungere dopo aver superato sulla sinistra il grosso masso in primo piano.
Il masso da aggirare sulla sinistra a 2360m
A circa 2450m si supera un secondo cambio di pendenza, oltre il quale appaiono all’improvviso le vicinissime baite di Valfredda (2478m) (una in ottime condizioni, una seconda praticamente distrutta).
Le baite di Valfredda, 2478m
Il sentiero passa a destra delle baite e risale la spalla soprastante, superata la quale si accede ad un valloncello preceduto da un torrente (il torrente Valfredda). Il passo Valfredda è finalmente in vista, nella foto sottostante è a destra della formazione rocciosa centrale.
Il valloncello finale (giugno 2022)
Si scende nel valloncello, si supera facilmente il torrente e si attraversa il soffice prato che conduce alla pietraia. Da vicino ci si accorge che i massi sono davvero giganteschi, e se non ci fossero i frequenti bolli gialli a indicare la strada, attraversarla richiederebbe parecchio tempo.
La pietraia
Superata la pietraia, il sentiero si sposta sulla destra, lungo la separazione tra rocce ed erba, fino a risalire in direzione della macchia verde che si vede nella foto sottostante.
il sentiero risale verso la macchia verde a destra
Raggiunta la macchia destra, siamo circa a 2740m. Il sentiero sale a sinistra in direzione della massima pendenza, ed è questo il secondo tratto in cui si dovrà faticare, perché il pendio è parecchio ripido e ci sono pochi bolli gialli piuttosto distanti tra di loro e tracce di sentiero praticamente inesistenti.
O si segue la traccia GPX sul cellulare, oppure ci si inventa una strada avendo come scopo quello di salire il più in alto possibile, lungo la verticale.
Il pendio che bisogna salire, senza traccia, seguendo i radi bolli gialli
Il tratto è comunque piuttosto breve, sono circa 80m di dislivello. Superato quest’ultimo cambio di pendenza, il sentiero torna visibile: si taglia quasi in orizzontale da destra a sinistra un’ultima pietraia…
Ecco gli ultimi metri prima del passo, identificabile dall’ometto che si vede in lontananza
…e si arriva finalmente al passo di Valfredda (2807m).
Ometto al Passo Valfredda
Il passo non è esattamente panoramico verso la valle di Gressoney, visto che la vista è chiusa sul valloncello che si è appena superato.
Dal passo di Valfredda, guardando verso la valle del Lys
Guardando verso la Val D’Ayas, si scorge il crinale con Punta Palasina e il famoso Corno Bussola.
Dal passo di Valfredda, guardando verso la valle d’Ayas. Il Corno Bussola svetta in primo piano.
Se si vuole proseguire verso il Corno Vitello, continuare sul sentiero per circa 300 metri fino ad incontrare il bivio tra il sentiero 5A ed il sentiero 5B. Da qui, seguire le indicazioni per il sentiero 5B, nella pagina dedicata. Proseguendo almeno fino al bivio si riescono ad osservare, guardando ad est verso la Val D’Ayas, i laghi di Valfredda e, sullo sfondo, Gran Paradiso e Monte Bianco divisi dal più vicino Corno Bussola.